Cibo ed emozioni


Sembrerebbe proprio che la digestione delle emozioni avvenga sullo stesso procedimento dei cibi.
Lo stomaco riceve il vissuto e distribuisce conflitti, quelli solidi delle arrabbiature vanno al fegato e quelli liquidi, ovvero le preoccupazioni, vanno alla milza. Questi due organi metabolizzano le rispettive emozioni e mandano l’elaborato più “puro” va direttamente al cuore, nel caso del fegato, ai polmoni invece la milza e da qui, se non sono stati nel frattempo risolti, vanno poi al cuore.
Le scorie, ovvero l’impuro, va all’intestino tenue che, se non avvia il processo di eliminazione, ridistribuisce le emozioni e manda la collera al fegato e la paura al rene.

Cosa succede delle emozioni dopo che sono passate nei visceri? Intestino Tenue, Intestino Crasso e Vescica sono gli organi che hanno a che fare con l’eliminazione. Se funzionano bene l’emozione viene eliminata. Altrimenti, le emozioni mal digerite possono ristagnare e nel ristagno manifestare la loro perversione.
Alla disbiosi intestinale conseguono disturbi dell’assorbimento (vitamine e oligoelementi), autointossicazione (ridotta funzione enzimatica con conseguente assorbimento di macromolecole) o ripercussione dei disturbi sul sistema immunitario (minor reattività per inerzia recettoriale), a cui corrisponde per controprova il miglioramento della flogosi cronica col ristabilimento dell’eubiosi intestinale.

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